UN SISTEMA ECONOMICO AL COLLASSO: CENNI PER UNA SUA REVISIONE

Le puntate di Report, trasmesse in TV su RAI3 il 2 novembre e il 9 novembre 2020 mi hanno colpito. Parlavano, tra le altre cose, di come il nostro Sistema Sanitario Nazionale è stato, ed è, gestito e amministrato. Ciò che ho visto mi ha suggerito un’idea: se dovessimo dare un soprannome al nostro SSN, esso potrebbe essere “TITANIC 2”. Ho anche fatto alcune considerazioni, che qui di seguito espongo. 

In base ai dati che comunica frequentemente il Ministero della Salute, oggi ci sono circa 30mila persone ricoverate per Covid19, compreso le terapie intensive. Questi ricoveri rappresentano circa lo 0,05% della popolazione. E il Sistema Sanitario è già in crisi. Com’è possibile che ci siamo ridotti così? Sono sufficienti così pochi ricoveri, in percentuale sul totale della popolazione, perché la nostra Sanità vada in crisi nera?

COSA DIAVOLO È ACCADUTO PER ESSERCI FICCATI IN QUESTO GUAIO?

Io ricordo i titoloni sui giornali di qualche anno fa, nei quali si leggeva che uomini politici “responsabili” si vantavano di far risparmiare allo Stato qualche miliardo di euro, effettuando tagli al Sistema Sanitario Nazionale, in ossequio al contenimento delle spese statali: la cosiddetta Spending Review. Risparmieremo dieci miliardi, dicevano. Questi annunci, con questo tenore, sono stati dati molte volte nel passato. Bisognava ridurre gli sprechi, e sono stati chiusi molti ospedali inseguendo questo obiettivo. Occorreva assolutamente ridurre il debito pubblico, ce lo imponeva addirittura anche l’Unione Europea, palesandoci l’idea che stavamo vivendo sopra le nostre possibilità.

Bene, ora eccoci qui di fronte al disastro. Il debito pubblico non è diminuito, nonostante i tagli e le privatizzazioni delle aziende statali: anzi, ha continuato a crescere vistosamente. il Servizio Sanitario Nazionale è stato oggetto di tagli di spesa enormi, con la conseguenza che oggi è palesemente sottodimensionato, e i politici e i tecnici che in quel tempo fecero quello che hanno fatto, oggi se ne guardano bene dal dire almeno “accipicchiolina, abbiamo commesso, forse, un piccolo errore”. No. Hanno addirittura la faccia tosta di riversare la responsabilità dei contagi sulla popolazione, dicendo, in pratica, che è colpa del Popolo se il Coronavirus si diffonde. Le misure adottate, alcune descritte qui di seguito, tuttavia le considero piuttosto inefficaci, dati i risultati che abbiamo ottenuto:


  • indossare la mascherina. Ma il farlo presuppone di farlo correttamente, non bisognerebbe continuamente toccarla, per esempio. Ma la gente è convinta che essa funzioni come una maschera antigas, ovvero che essa protegge chi la indossa, ma non mi pare sia così. Ci hanno riferito che il virus si propaga tramite le goccioline emesse dalle persone, in seguito a starnuti e colpi di tosse, e che il contagio possa avvenire non oltre il metro di distanza, ma la faccenda della distanza è un argomento dibattuto. Tuttavia in poche settimane il virus si è diffuso in tutto il mondo, la qual cosa mi farebbe pensare che, piuttosto che con i contatti umani, il virus si diffonda tramite l'aria. Potrei puntare anche un euro su questa teoria, e mi sa che vincerei la scommessa.
  • Stare distanziati ed evitare gli assembramenti, ma anche stare chiusi in casa. Tuttavia esistono studi scientifici, ma anche la realtà ce lo conferma, che stare all'aperto e possibilmente nelle giornate calde e col favore del sole favorisce lo sviluppo del sistema immunitario. Infatti la pelle umana irraggiata dai raggi solari consente al corpo umano di produrre vitamina D, la cui carenza sarebbe in relazione ai problemi del sistema respiratorio. Sono emerse poi anche delle statistiche: il maggior numero di contagi e decessi è avvenuto tra le quattro mura. Ma, il governo e gli scienziati questo lo sanno, o no? E se lo sanno, perché hanno disposto queste regole?
  • Lavarsi le mani frequentemente. Ma scusate, per chi ci avete preso? Secondo voi, noi non ci laviamo le mani frequentemente?
  • Chiudere le attività economiche non essenziali. Questa è proprio bella! Praticamente hanno detto a un sacco di gente che non servono a niente, e che il loro lavoro se lo potrebbero ficcare... là! Ma ben gentili! Poi il Governo ha parlato di ristori, cioè le attività economiche potevano stare tranquille, avrebbero ricevuto direttamente dallo Stato i risarcimenti per la mancata attività economica che tali misure hanno causato. Disgraziatamente, gli oboli messi in campo dal Governo sono largamente insufficienti.


Poi, dopo mesi di queste amenità, abbiamo scoperto che queste misure non sono servite a niente, e quindi vanno ripetute. Un esempio della correttezza di tali decisioni sarebbe quello del tizio il quale, agendo in una certa maniera senza fare centro la prima volta, quando non ha mirato al bersaglio, può darsi che, continuando ad agire in tale modo, magari gli potrebbe andare bene, e fare centro stavolta, non si sa bene come. Che sarebbe come dire "mai imparare dai propri errori"! 

Gli argomenti addotti per sostenere le misure adottate sono stati convincenti: bisogna contenere i contagi e bisogna scovare gli asintomatici perché sono potenziali diffusori del virus, quindi ecco la ragione logica. I cervelloni hanno fatto anche l’esempio dei malati di HIV e di tumore: nelle fasi in cui la malattia non è visibile né percepibile, ciò non vuol dire che la malattia non esista. Poi, vai a capire a cosa servono la mascherina e il distanziamento sociale per una persona che ha l’HIV o un tumore.

In ogni caso, se una persona ha un tumore o qualsiasi altra malattia pericolosa, serve l’assistenza sanitaria, servono le cure adeguate, servono gli ospedali e il relativo pronto soccorso. Quindi il SSN è VITALE che sia sempre adeguatamente dimensionato, efficiente e pronto ad ogni evenienza. Considero un CRIMINE che non sia così, e che addirittura si lascino gli operatori sanitari alla mercé degli eventi, obbligati a lavorare in condizioni inadeguate, di stress e di carenza di strutture e di materiali con cui assistere i pazienti.

Se dovessimo identificare la pazzia, essa sarebbe quella condizione nella quale le azioni poste in atto sarebbero lontane da quelle utili e necessarie. Per esempio, un tizio che avesse problemi ad avviare la sua automobile, potremmo considerarlo un tantino pazzo se la prendesse a calci. L’azione utile e necessaria sarebbe probabilmente sostituire la batteria, la qual cosa ci darebbe un indizio di una persona adeguatamente in possesso delle sue facoltà mentali.

Alla stessa stregua, una classe dirigente, composta da politici, tecnici e scienziati, incaricata di amministrare la cosa pubblica, sapendo che potrebbe arrivare un’epidemia in grado di mettere al tappeto un milione di persone, dovrebbe sincerarsi che ci sia un SSN più che adeguato a sostenere l’impatto. E lo si sa, le epidemie avvengono ciclicamente nel tempo: ogni tanto arrivano, colpiscono, e possono fare molto male. La Storia ce lo dice. E infatti è successo.

Invece, la nostra classe dirigente negli anni ha ridotto fino all’osso il SSN, e ora possiamo vedere tutti che razza di “soluzioni” sta attuando, dimostrando al mondo i guai di cui è capace.

Comunque, a me non interessa più di tanto girare il coltello nella piaga. Dei fatti, e della loro eventuale rilevanza penale, mi auguro che se ne occupi la Giustizia, e confido che sarà così. Moralmente, comunque, la nostra classe dirigente, passata e presente, non si è dimostrata all’altezza, di qualunque schieramento politico essa faccia parte.

Qui voglio solo rimarcare il fatto che ciò che stiamo vivendo non ha conseguenze solo in Italia, ma anche in molti altri Stati. La cosa, oltre che apparire drammatica, diventa anche curiosamente diabolica: come mai sta succedendo questo? Come mai tanti morti, nonostante il progresso della medicina? Come mai la gente comune muore, ma, curiosamente, i VIP che si sono ammalati sono guariti a tempo di record? Perché si è dovuto risparmiare sulla Sanità? Inoltre, e lo ripeto, la faccenda si riverbera praticamente in tutto il mondo, o quasi! Quindi non è solo la classe dirigente italiana da additare, ma il problema è mondiale! Quali sono quindi i tratti comuni che legano gli Stati coinvolti?

Ma, a questo punto, mi faccio anche altre domande. Per chi non lo sapesse, una buona regola di filosofia sarebbe di cercare sempre di fare e di porsi le giuste domande. Non è mai facile, ma io ci provo:

Non è che stiamo sbagliando qualcosa?

Non è che stiamo vivendo in un mondo nuovo, ma usando regole vecchie, antiquate, obsolete e che non possono più funzionare al giorno d’oggi?

Ebbene, osserviamo questa figura:


In questa figura sono rappresentati due dati del Paese con l’economia più forte che esiste al mondo: gli Stati Uniti d’America. Essi sono il Prodotto Interno Lordo (colore rosso scuro, circa 22mila miliardi di dollari oggi), e i debiti (colore blu, circa 80mila miliardi di dollari oggi, di cui oltre 23mila miliardi è il debito pubblico federale), dal 1945 all’aprile del 2020. Come si può notare, i debiti crescono molto di più del PIL.

Perché i dati degli USA? Per il motivo che se io dovessi analizzare un problema con successo, dovrei prendere un campione significativo. Chi meglio degli USA? Infatti, se da loro ci sono questi problemi, figuriamoci in Europa, o ancora peggio, in Italia! Comunque, la tendenza che si nota in figura è che, prima o poi, i debiti saranno così grandi che crolleranno di sotto, e faranno molto male.

Qualcuno potrebbe discernere dicendo che il problema è il debito privato, non il debito pubblico, oppure che lo Stato potrebbe stampare tutta la moneta che vuole, e via dicendo. Ma il vero problema, il nocciolo della questione, è che dietro i debiti ci sono i disoccupati, la gente con emolumenti insufficienti, senza adeguate risorse economiche. Se la gente non lavora e non produce abbastanza, lo Stato è destinato ad andare in crisi: anche il più forte Stato al mondo non si può permettere un Popolo non abbastanza attivo: vi dice niente l’URSS?

Dice: “Ma quali problemi? Cosa stai dicendo? Sì, i debiti aumentano, ma quelli sono gli americani, loro possono…”.

Eh no, credo che invece siamo al cospetto della fonte del problema. Un tempo, i debiti venivano pagati da chi perdeva la guerra. Il perdente veniva saccheggiato, così che era il perdente che pagava i debiti contratti dagli Stati vincitori, venendo espropriato dei suoi averi.

Ma oggi non è più così. Non ci sono più quelle magnifiche guerre nelle quali i buoni le suonavano di santa ragione ai cattivi, i quali “giustamente” venivano depredati di tutti i loro averi e lasciati in mutande, così che i buoni potevano fare la bella vita alla faccia loro. Oggi c’è la pace, c’è la globalizzazione, con tutte le sue meraviglie: merci a basso costo, prodotte non si sa bene dove, da gente pagata probabilmente molto poco, ma…

IL SISTEMA ECONOMICO IN USO È ANCORA QUELLO DI CENTO ANNI FA!

Il sistema economico attuale carica di debiti l’economia dei Paesi, ma la produzione possibile è cresciuta esponenzialmente, grazie ai miglioramenti avvenuti nei processi produttivi, basati sull’apporto dei computer, delle macchine e della tecnologia. Oggi c'è una competizione commerciale sfrenata: la guerra la vince chi è in grado di produrre di più, pagando di meno e spuntando il maggior guadagno. Questo significa minori stipendi pagati, ma non appena un altro Paese offre condizioni migliori, l'impresa delocalizza, lasciando debiti impagati e disoccupati. E un bel grafico in figura sul quale interrogarsi.

Oggi non c’è più la guerra di una volta, quella militare, ma c’è una guerra comunque, più insidiosa, e anche più letale, perché si nasconde sotto la coperta della pace nel mondo: la guerra economica. Di punto in bianco un datore di lavoro decide di cambiare il Paese dove produce i suoi prodotti, ed ecco moltitudini di disoccupati, debiti, e nuovi poveri: in Italia ne sappiamo qualcosa. Lo Stato così deve spendere in assistenza sociale e pensioni, i debiti aumentano, e la spirale discendente non si ferma più, e cade sul futuro e sulle speranze di tutti.

Non vedo all’orizzonte una soluzione che sia degna di tale nome. L’Unione Europea parla di aiuti, Recovery Fund, Mes, SURE e quant’altro, ma, facendo i conti, con una mano darebbero, e con l’altra prendono: notare la coniugazione dei verbi, non casuale: “darebbero” e “prendono”, indicando che i soldi l’UE li tirerebbe fuori, ma, in cambio di cosa? Dato che siamo in guerra, lo so io in cambio di cosa: in cambio degli averi del Popolo italiano: la guerra, ogni guerra ha un solo scopo: vincere e depredare il perdente.

Ma, dato che non vedo una soluzione degna di questo nome, e visto che ho in mente qualcosa, prima di scoprire le mie carte vi dico questo:

Oggi non viene misurato e valorizzato il valore economico prodotto dalle famiglie, anzi, si sta cercando sempre più di distruggere le famiglie. Ma anche lo Stato non può sopravvivere senza l’apporto lavorativo e di continuazione dei valori, della conoscenza e della Vita che possono dare le famiglie allo Stato.

Pertanto, dobbiamo cambiare il Sistema Economico. Il Sistema Economico in uso è comune nella maggior parte degli Stati nel mondo, guarda caso in tutti questi Stati c'è il problema dei debiti, che a sua volta ne genera molti altri, di natura non solo economica e finanziaria, ma anche politica e sociale. Oggi siamo a un bivio: l’Uomo ha tra le mani un grande potere, ma sta ancora usando sistemi economici obsoleti. L’Uomo usa ancora un sistema economico basato sui debiti, ma la società non funziona più esclusivamente sui debiti. L’Uomo usa ancora metodi antiquati e superati, che basano la sua vita, la sua economia e la sua politica sulla guerra e sul depredare il nemico: non importa se sia un nemico in una guerra militare o economica, sempre di nemico e di guerra si tratta.

Ma oggi i margini sono più stretti. L’Uomo ha raggiunto un potere così grande, che, usandolo male, potrebbe distruggere se stesso e i suoi simbionti, e anche tutto il pianeta, in modo irreversibile. Bisogna quindi agire, e in fretta.

Perciò va ideato, progettato, messo a punto, e realizzato un nuovo Sistema Economico: quello vigente oggi non funziona più, se mai ha funzionato nel passato. Ciò che è successo oggi, la faccenda del Coronavirus, non ha fatto altro che evidenziare quei problemi già esistenti, che dovevano essere visti e compresi già molto tempo fa. Ma, a quanto pare, nessun economista se n’è mai accorto.

Ma dopo tutte queste considerazioni, e visto l’importanza di farsi buone domande, la domandona è:

CHI POTREBBE FARE QUALCOSA A RIGUARDO?

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