DECESSI 2020 E PANDEMIA, SISTEMA SANITARIO E DEMOGRAFIA

ISTAT in data 5 marzo 2021 ha pubblicato i dati dei decessi avvenuti nel corso di tutto il 2020, completando le informazioni riguardanti questo anno, che già ci venivano fornite man mano, mese per mese.

Come sappiamo, da tempo ISTAT in questa pubblicazione insiste nel confrontare i dati puntuali dell’anno 2020 con la media dei cinque anni precedenti, dal 2015 al 2019. Naturalmente è come confrontare le mele con le pere, perché non è confrontabile un dato puntuale con una media, in quanto non sono grandezze di entità paragonabile.

È come la media dei polli di Trilussa: quei due hanno mangiato un pollo a testa. Peccato che uno di loro ne ha mangiati due, mentre l’altro sta morendo di fame. Oppure come quel tizio che è annegato in un canale profondo mediamente dieci centimetri. Solo che il tizio ha perso la vita in un punto dove la profondità del canale era di tre metri.

Fa niente. Sappiamo che ISTAT sembrerebbe gradire di “illuminarci” con una specie di suggestione ipnotica, suggerendoci subliminalmente che sia corretta e razionale la stramba idea che il dato puntuale dei decessi sia giusto confrontarlo con la media dei precedenti cinque anni. Ma noi sappiamo fortunatamente che non è così. Magari lo sapevo solo io, ma, adesso che ve l’ho detto, lo sapete anche voi. Comunque l’importante è che ISTAT pubblichi i dati e i numeri, che poi su quelli ci possiamo fare tutti i ragionamenti che vogliamo, valutandoli opportunamente in modo da ricavarci delle informazioni che ci possano essere utili al fine di migliorare qualcosa.

Infatti, il senso di questo documento è fare dei semplici ragionamenti sui numeri pubblicati, e, possibilmente, confrontarli con altri dati di grandezza paragonabile, in modo da capire dove stiamo andando, o dove ci stanno portando. E magari farci venire il dubbio se il timoniere della Nave Italia non abbia per caso sbagliato rotta…

Scusate se insisto sull’argomento del confronto, ma se i dati che possediamo non li confrontiamo con qualche altro dato, tali dati servono a ben poco. Ma il confronto deve avvenire con dati di grandezza paragonabile, altrimenti il confronto, non essendo omogeneo, viene falsato nelle conclusioni che se ne potrebbero trarre.

Quindi, dopo queste premesse, procediamo a esaminare i dati in argomento.

In Figura 1 vedete i dati dei decessi dall’anno 2002 al 2020. Potete così confrontare gli andamenti nel tempo, e gli incrementi/decrementi dei decessi di ogni anno rispetto ai precedenti. Sono ben evidenti il grafico e i numeri. Per esempio, nel 2003 ci sono stati 29.075 decessi in più rispetto al 2002. Nel 2002 sono morte in totale 557.393 persone, mentre nel 2020 ci sono stati 746.146 decessi, ovvero il 33,86% in più rispetto al 2002 (il 133,86% che vedete scritto include anche il 100% iniziale del 2002). I decessi riguardano tutte le cause che li hanno determinati: malattie, infortuni, cause naturali, qualunque causa è ricompresa nei numeri.


Ciò che si nota è che esiste un marcato andamento crescente dei decessi, specialmente nell’ultimo anno. Infatti nel 2020 ci sono stati 111.729 decessi in più rispetto al 2019.

Come sappiamo, è in corso una pandemia, e il maggior numero di decessi rispetto agli anni precedenti è dovuto al Covid-19; così almeno ci dicono le Autorità e la TV.

Tuttavia, come ben si nota guardando sia i numeri che il grafico, l’incremento dei decessi è in corso da diversi anni. Ciò mi spinge a chiedermi come mai stia avvenendo tale incremento, e anche a cercare di capire il motivo per cui negli anni passati le Autorità non ci abbiano sottoposto alle ben note misure di contenimento dei contagi, come avviene da un anno a questa parte. Anche negli anni scorsi le strutture sanitarie italiane sono state messe alla prova, soprattutto in certi periodi dell’anno, di solito i più freddi, in cui le malattie respiratorie causano molti più problemi rispetto ai periodi dell’anno più caldi; ma nessun lockdown fu disposto. Ad esempio, nel 2015 ci sono stati oltre centomila decessi in più rispetto al 2002, ma non furono prese misure di contenimento.

Proprio nell’anno 2015 sui giornali apparvero titoli come questo:

«Allarme influenza, pronto soccorso al collasso».

Era chiaro come il sole che stava avvenendo qualcosa di grave, ma le Autorità cos’hanno fatto per fronteggiare la situazione? Sarebbe stato opportuno rinforzare il Sistema Sanitario Nazionale, a mio avviso. Invece, cos’è stato fatto? In cinque anni, dal 2015 al 2020, ci sarebbe stato una finestra temporale considerevole utile per irrobustire la Sanità, visto quello che incombeva.
Ma, disgraziatamente, ciò che si doveva fare non è stato fatto, anzi, i tagli al Sistema sono continuati.

Perciò ho voluto indagare, anche se l’avevo già fatto in altre occasioni: ne ho parlato in post precedenti a questo. Ma, come ben si sa, il fatto di ripetere le cose aiuta: repetita juvant: cos’è quel fenomeno “sconosciuto” che incombeva, e che incombe tuttora, e che le Autorità non sembrano scorgere?

Noi sappiamo che dopo la seconda guerra mondiale ci fu un sensibile incremento demografico. Alla fine delle ostilità, praticamente in tutto il mondo, e particolarmente in Italia, la gente si mise a fare figli a tutta manetta. In Italia il forte fenomeno riproduttivo continuò ininterrotto pressappoco fino alla metà degli anni 70 del secolo scorso. A quei tempi nascevano quasi un milione di bambini all’anno, poi gradualmente il fenomeno si raffreddò, e oggi nascono ogni anno circa 400mila bambini, ma la tendenza è in marcata discesa.

In Figura 2 vedete un grafico della popolazione italiana residente nel 2020 per anno di nascita:


È pur vero che in Figura 2 è rappresentata la popolazione residente nel 2020, espressa per anno di nascita, non il numero puntuale delle nascite avvenute a suo tempo. Ma, per lo scopo di questo documento, è proprio la popolazione residente che ci interessa, come capiremo tra poco.

Il detto fenomeno di incremento demografico risulta evidentissimo, come pure la tendenza successiva di denatalità. Oltre al picco di natalità, dovrebbe apparire chiaro, anche solo guardando il grafico, che tanti più nati ci furono a suo tempo, e tanti più decessi ci saranno, trascorsi gli anni che il buon Dio ci concederà di vivere. Ovviamente il calcolo è complicato: ci sono le malattie, gli infortuni, gli incidenti e tutto il resto che può succedere nel corso dell’esistenza, e tutti questi fattori possono incidere sensibilmente nel determinare il numero di decessi, ma, in estrema sintesi, se in un certo anno nacquero 250mila bambini, e se questi individui vivono e risiedono ancora in Italia, ci si può ragionevolmente attendere che dopo 80 anni ci saranno 250mila decessi, o qualcosa del genere, se le aspettative di vita saranno di 80 anni. E possiamo anche estendere il ragionamento dicendo che se, trascorsi cinque anni dalla nascita dei detti 250mila, nacquero altri 500mila bambini, dopo 80 anni ci sarà il doppio di decessi rispetto a cinque anni prima. Virus o non virus.

Ripeto, nella realtà le cose non sono esattamente così, ma a grandi linee succederà questo, e se facessimo il calcolo come l’ho suggerito qui sopra, il calcolo stesso non sarà ovviamente perfetto, ma sarà comunque sufficientemente indicativo di che cosa ci si dovrebbe aspettare.

Ma dove voglio arrivare, mi chiedo? È presto detto. Succede che la gente, spesso, non è che tiri le cuoia così, semplicemente esalando l’ultimo respiro, sui due piedi. No. La gente, prima di passare a miglior vita, spesso si ammala, ha bisogno di cure, di medicine, di assistenza sanitaria, di ospedali, di medici sul territorio, di esami sanitari, di prestazioni specialistiche e via discorrendo.

Quindi chiunque, già solo guardando il grafico in Figura 2, potrebbe e dovrebbe capire che, a meno che non si voglia che la gente muoia in casa e senza assistenza sanitaria adeguata, si dovrebbe provvedere a che il Sistema Sanitario sia adeguatamente dimensionato, in modo che possa sostenere il carico di lavoro necessario ad assistere le persone bisognose di assistenza sanitaria.

Come sappiamo, la probabilità che una persona abbia maggiormente bisogno di assistenza sanitaria cresce con l’età. Le aspettative di vita sono in crescita da parecchio tempo, perciò dovrebbe essere cosa risaputa che il carico del sistema sanitario sarà ancora maggiore, perché dovrà assistere persone sempre più in là con l’età. Questa è la vita, che ci piaccia oppure no.

Ora spingiamo l’analisi dei dati un po’ oltre, e cerchiamo di focalizzare la nostra attenzione sulla fascia di popolazione di almeno 65 anni, che presumibilmente saranno le persone papabili a diventare i “Clienti” più affezionati del Sistema Sanitario Nazionale.

Il seguente grafico in Figura 3 mostra quante persone risiedevano, e risiedono, in Italia, aventi almeno 65 anni di età, negli anni dal 2002 al 2020. Notate visivamente la linea del grafico, che sale inesorabilmente con un andamento molto uniforme. Nel 2002 c’erano 10.798.077 persone residenti in Italia, aventi almeno 65 anni, mentre nel 2020 tale numero è arrivato a 14.088.752, pari al 30,47% in più rispetto al 2002.


Mi aspettavo questi dati. Come ho detto poche righe sopra, se nel passato nacquero tot bambini, tot persone moriranno dopo un certo numero di anni, virus o non virus. Ma nel frattempo la loro età crescerà, perciò loro aumenteranno di numero. Ma, dato che l’avanzare dell’età va a braccetto con maggiori esigenze di dimensionamento del Sistema Sanitario, la faccenda va percepita, posta e valutata con il suo giusto grado di importanza, e compresa dalle Autorità: le strutture sanitarie avrebbero dovuto essere preparate e dimensionate per tempo, al fine di affrontare l’alta marea demografica con efficienza ed efficacia. Ovvero, se una volta c’erano mille persone bisognose di posti letto in ospedale, oggi che ce ne sono duemila, e per giunta anche più anziane, è lapalissiano che come minimo sarebbero necessarie il doppio di strutture sanitarie rispetto a prima. Ma, cercando tra i dati disponibili in rete, mi sembra di capire che si sia fatto l’opposto. Nei vent’anni passati, e anche prima, le strutture sanitarie sono state ridimensionate! Le Autorità in questi anni quali dati stavano guardando? Guardavano i dati demografici, o si sono limitati a osservare che i costi della Sanità stavano aumentando, senza chiedersi come mai?

E, ipotizzo, se fosse che le Autorità avessero ben presente i dati demografici – e non posso che pensare questo, visto che tali dati sono pubblici -, ma hanno invece deciso comunque di tagliare e ridimensionare il Sistema Sanitario, forse al solo scopo di risparmiare denari sulla pelle dei cittadini? Se fosse così, cosa dovrei pensare di tali Autorità, se veramente hanno fatto questo?

 Notate che:

  • Nel 2020 (vedi Figura 3) ci sono il 30,47% in più di persone residenti con almeno 65 anni di età rispetto al 2002.

  • Nel 2020 (vedi Figura 1) sono decedute il 33,86% in più rispetto al 2002.


I due valori percentuali sono molto simili. Covid o non Covid, virus o non virus, la gente prima o poi muore, e mi scuso per le ripetizioni, ma ciò che vedo in TV e ciò che sento uscire dalle bocche delle Autorità credo che richiederebbe di ripetere queste cose molte volte, dato che ho la velata impressione che né le Autorità né i mezzi di informazione si rendano conto di ciò che realmente stia bollendo in pentola.

Ma proseguiamo, prima di dire tutto quello che devo dire.

Finora abbiamo visto i dati del passato. Che ne dite di dare un’occhiata a ciò che ci aspetta nel futuro? No, io non posseggo quella facoltà straordinaria di leggere nel futuro! Semplicemente, per i motivi già detti, è possibile che, azzardando previsioni demografiche anche a lungo termine, si colga nel segno.

In Figura 4 potete vedere le previsioni demografiche riguardanti la popolazione residente in Italia avente almeno 65 anni, dall’anno 2020 al 2060, a intervalli di cinque anni.
Essendo previsioni, vanno ovviamente prese con le dovute cautele. Ma le previsioni demografiche sono molto precise, proprio per il fatto già detto: tot nati = tot decessi, X anni dopo. Per cui le previsioni qui rappresentate saranno quasi certamente molto, molto vicino a ciò che avverrà nella realtà. E quello che si nota è che le persone con almeno 65 anni tenderanno a crescere di molto, e per molti anni, almeno per i prossimi 30 anni, circa, dove la popolazione almeno sessantacinquenne sarà di circa cinque milioni in più rispetto a quella di oggi, che significa circa il 30 - 40% in più rispetto alla situazione odierna.


Ora analizziamo i dati delle persone ancora un po’ più il là con l’età: quelle con almeno 80 anni. Per loro un Sistema Sanitario efficiente e ben dimensionato sarà ancora più fondamentale.

Vi ho detto che le aspettative di vita crescono man mano che passa il tempo. È un fatto noto, ma ve lo dimostro con la seguente Figura 5, in cui vedete questa volta la popolazione residente in Italia con almeno 80 anni, dall’anno 2002 al 2020. Nel 2002 vi erano 2.552.479 persone con almeno 80 anni, mentre nel 2020 ce n’erano 4.528.549, pari al 77,42% in più rispetto al 2002.


Quindi vedete che le persone anziane aumentano molto di numero, e pure con una progressione quasi perfettamente lineare. Ciò significa che le aspettative di vita da un lato aumenteranno, ma dall’altro questa è la conferma che il boom demografico avvenuto nel passato ha la contropartita nei successivi decessi, dopo i circa 80 anni che costituisce oggi il dato relativo alla vita media degli italiani, circa.

L’incremento della popolazione anziana ha avuto riscontro nel consequenziale incremento dimensionale del Sistema Sanitario Nazionale, come sarebbe stato auspicabile?

Le Autorità hanno provveduto per tempo a sistemare le cose in modo che il Sistema Sanitario potesse reggere lo tsunami demografico incombente?

Queste domande possono avere come risposta solo un laconico “NO”.

Si potrebbe obiettare che le Autorità, gli esperti e i tecnici investiti da queste problematiche siano tutti stati colti di sorpresa da questi fenomeni demografici, ovvero nessuno poteva prevedere quanto è avvenuto, e sta ancora avvenendo. No, non è così: le informazioni che sto riportando erano note da tantissimi anni, sicuramente da almeno 30 anni or sono, e anche prima. ISTAT produce periodicamente questi dati, sempre piuttosto aggiornati, e tali informazioni sono pubbliche: chiunque ne poteva prendere visione, anche le Autorità, anche i giornalisti e i sindacati.

Ora apriamo un’altra finestra sul futuro: vi propongo la Figura 6, con i dati delle previsioni dall’anno 2020 al 2060, a intervalli di cinque anni, relative alle persone residenti in Italia con almeno 80 anni di età. Trattandosi di previsioni, vale lo stesso avvertimento che ho fatto in merito alle precedenti previsioni riportate in Figura 4. Come si nota, nel 2020 c’erano 4.528.549 persone con almeno 80 anni, mentre nel 2055 ce ne saranno 8.706.611, pari al 92,26% in più rispetto al 2020.

È importante conoscere queste informazioni perché l’età media dei decessi avvenuti per cause legate al Covid-19 è stata proprio di circa 80 anni, e su tale dato si dovrebbe prestare la massima attenzione, in quanto, come vedete, se nelle figure precedenti si può intravedere l’onda in arrivo di uno tsunami demografico, nella Figura 6 io ci vedo un maremoto micidiale:


Come si nota, gli ultraottantenni quasi raddoppieranno, e vivranno molto più a lungo. Escludendo naturalmente il caso in cui queste persone siano lasciate morire in casa loro, senza adeguate assistenze sanitarie, per l’ipotesi che negli ospedali non ci fosse posto.

D’altra parte, in tutta Italia, un Paese di 60 milioni di persone, quanti posti letto ospedalieri esistono?
Negli ultimi vent’anni tali posti letto sono stati incrementati di numero, o sono stati oggetto di tagli?
Quante postazioni di terapia intensiva esistono?
Questi numeri sono sufficienti, per un Paese come l’Italia?
Questi numeri sono sufficienti, visto l’andamento demografico che vi sto rappresentando?
Le Autorità come si sono poste di fronte all’evidenza lapalissiana di questi numeri?

L’ANGOLO DELLA METAFORA

Per inquadrare da un’angolatura diversa la questione sanitaria, apro una piccola parentesi, cercando di esporre il problema incombente con una metafora. Per mettere alla prova una teoria, bisogna stressarla e portarla ai suoi limiti: solo così ci si può rendere conto se la teoria è corretta, oppure se è solo un insieme di pensieri confusi. E le metafore ci consentono di analizzare il problema dall’esterno, senza farci coinvolgere e fuorviare dalla complessità e dalla confusione che potrebbe esistere nel problema reale che vorremmo risolvere.

Se qualcuno non fosse convinto a riguardo di questa faccenda delle metafore, e sul fatto che bisognerebbe estraniarsi dal mondo reale per ragionare meglio e per non farsi coinvolgere dai troppi fattori esistenti nel mondo reale, che non farebbero altro che confonderci e fuorviarci, vi indico che la stessa matematica è un sistema astratto, una specie di metafora, e che consente di ragionare sul mondo e sulla vita, ma senza immergersi completamente in essa, evitando così di perderci in questo mondo complicatissimo. Infatti, in matematica, per esempio, uno più uno fa sempre due, ma se cercaste nel mondo reale quell’uno, che fosse esattamente uguale a un altro uno, e la cui somma facesse sempre quella esatta quantità di due, ebbene, non lo potreste mai e poi mai trovare. Due gocce d’acqua non sono mai esattamente uguali tra di loro, per esempio. Ma la matematica ci consente di astrarci, di osservare le cose dall’esterno, senza farci coinvolgere troppo dalle complessità eccessive che esistono in natura. E la matematica funziona sempre, proprio perché è una metafora del mondo reale. Inoltre la matematica ci consente di capire il mondo e l’universo, perché la semplificazione che consente di certi concetti ci permette di studiare l’immensità del creato, senza perderci nelle sue complicatissime vastità. Naturalmente dobbiamo sempre tenere ben presente che la matematica serve per capire l’universo: non dobbiamo a nostra volta perderci nella matematica, perdendo quindi di vista lo scopo per cui essa è stata creata dall’Uomo. Perciò i dati numerici che possiamo avere a disposizione ci devono consentire di postulare quelle soluzioni scientifiche che ci permettano di creare condizioni di vita migliori, di vivere più a lungo e maggiormente in armonia con il creato, non il contrario! E chiudo questa parentesi filosofica sui massimi sistemi…

Ma procediamo a esaminare il problema relativo alla Sanità.
Ebbene, oggi è in auge la teoria che il Sistema Sanitario deve essere efficiente, che devono essere effettuati dei risparmi di spesa ed eliminare gli sprechi, per l’efficienza del Sistema Sanitario si devono seguire i protocolli basati su ricerche scientifiche comprovate, e che questi protocolli siano più affidabili dell’esperienza acquisita da un medico in una vita di lavoro, a reale contatto quotidiano con le problematiche in gioco e con le persone bisognose di assistenza. Questa è a grandi linee la teoria. Non sono un medico, ma quello che vedo è questo.

A furia di risparmiare, sono contento che gli oboli che pago di tasse siano impiegati oculatamente, senza sprechi. Ironia alla mano, che poi mi fissino l’appuntamento dopo un anno, se va bene, per un esame sanitario di cui necessito, è naturalmente un dettaglio insignificante.

Bene, facciamo finalmente questa metafora. Supponiamo che il Sistema Sanitario Nazionale sia una nave. Naturalmente, costruire una nave inaffondabile costa, come costerebbe moltissimo mantenere un Sistema Sanitario all’altezza della situazione e di eventuali emergenze. Perciò andiamo al risparmio, e costruiamo un nave risparmiando il più possibile. Anziché costruire uno scafo con acciaio di qualità, che costa un occhio, usiamo la latta, che costa molto meno ed è anche più flessibile: e chi se ne accorge della differenza? Se poi dovesse arrivare una tempesta in mezzo all’oceano? L’oceano e la tempesta sarebbero tutte quelle malattie che potrebbero arrivare. Nei momenti di calma l’oceano è liscio come l’olio, ma ciclicamente avvengono delle tempeste che potrebbero causare onde altissime, che potrebbero distruggere una nave non abbastanza robusta, figuriamoci una fatta di latta. Ma costruirla costerebbe troppo. Perciò, conviene solo preparare una fornitura di economiche pillole per il mal di mare, da distribuire al Popolo - i passeggeri della nave -, in caso di necessità. Le pillole per il mal di mare sarebbero le misure di contenimento dell’eventuale furia dell’oceano: lockdown, mascherine, distanziamenti… Così andrà sicuramente tutto bene…

MA LA REALTÀ È CHE NON STA ANDANDO TUTTO BENE

In un recente articolo pubblicato sulla rivista Science, gli autori dello studio asseriscono – esprimo il concetto a grandi linee - che il virus Sars-Cov-2, che può causare la malattia Covid-19, potrebbe rimanere con noi per vent’anni, e diventerebbe una faccenda endemica, cioè dovremo imparare a conviverci, perché sarà impossibile da debellare, e il corpo umano ne prenderà man mano le misure, impattando alla fine sull’Uomo come un comune raffreddore. Quindi sarebbe meglio riaprire tutto, far ripartire l’economia e fare in modo che quante più persone possibili possano entrare in contatto con il virus, consentendo così al sistema immunitario di reagire efficacemente agli agenti patogeni, sviluppando quegli anticorpi necessari a generare una sorta di immunità naturale.

Praticamente questo articolo punta il dito contro la gestione di questa pandemia da parte delle Autorità, giudicandola completamente sbagliata. Infatti, con i distanziamenti, le chiusure, i lockdown e tutte le altre misure adottate, il risultato è che la gente viene in contatto col virus in misura minore, per cui il sistema immunitario delle persone non può attivarsi adeguatamente, e per tale motivo l’epidemia è destinata a durare nel tempo molto più a lungo. Un plauso alle Autorità, quindi: stanno proponendo e facendo esattamente il contrario di ciò che andrebbe fatto!

PREVISIONI

Ma anche Science si sbaglia, secondo me. Nel citato articolo, i professoroni parlano di vent’anni. Io dico almeno TRENT’ANNI. E la mia ipotesi è suffragata dai dati demografici che vi ho esposto.
Per i prossimi 30 anni secondo me succederà quanto segue, se non verranno adottati cambiamenti sostanziali rispetto alle politiche adottate finora:
  1. dati alla mano, la popolazione anziana aumenterà tantissimo. Considerando che le persone anziane di solito soffrono maggiormente di infezioni respiratorie e di tutti gli altri problemi di salute propri dell’avanzare dell’età, il carico di lavoro sulle strutture sanitarie è destinato a crescere vistosamente.

  2. Visto che il modello seguito in Italia, per quanto riguarda il Sistema Sanitario, è quello di tagliare le spese, i posti letto e anche gli ospedali, nonché prosciugare la rete dei medici di base e l’assistenza sul territorio, la situazione sarà giocoforza nerissima, perché gli ospedali saranno sempre pieni di pazienti anche gravi, le persone non avranno a disposizione l’assistenza sanitaria che sarebbe necessaria, per cui saranno costrette a curarsi da sole con le pacche sulle spalle, oppure a morire come mosche tra le quattro mura, oppure portate in ospedale e intubate, quando probabilmente un danno irreparabile ai loro organi vitali sarà ormai già avvenuto.

  3. Il Governo penserà di risolvere il problema arginando il mare con uno scoglio: verranno imposti chiusure, confinamenti e altre misure assurde per cercare di contenere un virus che è incontenibile. Infatti è da un anno che i luminari in materia hanno suggerito tali misure, e il Governo le ha adottate, ma siamo ancora punto e a capo.

  4. Le misure del Governo hanno creato e creeranno un impatto devastante sull’economia e sulla società civile. Ci sarà un forte incremento dei fallimenti di aziende, e, di conseguenza, un forte incremento dei disoccupati e della povertà.

  5. In seguito ai fallimenti aziendali incipienti, le banche si ritroveranno impossibilitate a riavere indietro i prestiti effettuati, e rischieranno di fallire anch’esse, se non verranno salvate da qualcuno. Ma chi può salvare una banca, se non lo Stato? Quindi se lo Stato dovrà salvare le banche, e non credo che potrà esimersi dal farlo, cosa succederà al debito pubblico?

  6. Il debito pubblico potrebbe salire tantissimo nei prossimi anni, fino a superare, in percentuale rispetto al PIL, quello del Giappone.

  7. Per quanto riguarda il Sistema Educativo, gli studenti, impossibilitati a frequentare con adeguato profitto le attività scolastiche, subiranno un danno incalcolabile nel loro processo di apprendimento, e tali conseguenze negative si riverbereranno per i prossimi 70 – 80 anni, e anche più, ovvero per tutta la loro vita, e accresceranno per tutto questo tempo i problemi economici, sociali e politici del nostro Paese.

  8. Il PIL dell’Italia diminuirà vistosamente, innescando ulteriormente problemi a cascata, perché se viene a mancare una quota di reddito, lo Stato si troverà a incassare minori entrate per imposte e tasse. Ma in mancanza di reddito, lo Stato dovrà provvedere a misure assistenziali a favore della popolazione, che aggraverebbero ulteriormente le casse pubbliche.

  9. Le recrudescenze economiche in corso inducono la gente a preoccuparsi sul futuro. Quali condizioni ci riserverà la vita? Ce la faremo a superare le difficoltà, o saremo pervasi dalla paura di non farcela? Questi fattori incidono sulla causa del crollo demografico in atto. Infatti la tendenza della natalità è in sensibile discesa. Ma se dovessero mancare le nuove leve lavorative, chi creerà economia? Chi pagherà le tasse?

  10. In conseguenza di ciò il sistema pensionistico e previdenziale ne subirà le conseguenze, visto che già oggi lo Stato deve ripianare i conti dell’INPS ogni anno con più di 100 miliardi di euro. Ma se lo Stato non incassa, che si fa?

In fondo a tutti questi problemi ve n’è un altro, ma credo che li preceda per importanza: nell’affrontare questa pandemia sono stati violati molti Diritti Umani. Il pretesto per la loro violazione è stato che, di fronte a un’emergenza, i Diritti Umani devono cedere il passo.
E molta gente si è pure convinta che sia giusto! Ma è un gravissimo errore.

L’Articolo 30 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dice:

«Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.»

NULLA! Non ci può e non ci deve essere alcun pretesto per manomettere i diritti umani!

Se un’emergenza può costituire il pretesto per ridurre i Diritti Umani, allora non abbiamo capito per quale motivo essi sono stati scritti e pubblicati nella Dichiarazione: perché le peggiori atrocità avvenute nella Storia sono state commesse in seguito a pretesti e/o supposte emergenze venutesi a creare, e/o create e/o indotte a bella posta da gentaglia di malaffare.

IL MONDO VA MIGLIORATO

Perciò dobbiamo raddrizzare il futuro che si sta delineando davanti a noi, perché la scena di ciò che potrebbe succedere è colorata di tinte fosche.

Oggi, se voleste trasferirvi al mio paese, un comune vicino a Milano, probabilmente non trovereste alcun posto disponibile nei medici di base, perché ognuno di essi ha raggiunto la capienza massima di pazienti gestibili. Per vostra somma gioia sareste costretti a chiedere un medico di un altro comune vicino, che sarebbe comunque a chilometri di distanza, ammesso che abbia anch’egli disponibilità.

Il Sistema Sanitario ideale dovrebbe essere basato su una rete capillare di assistenza sanitaria pronta ed efficiente, e adeguatamente dimensionata, perché se aspettiamo che la gente poi debba essere ricoverata in ospedale per un’influenza, allora ciò significa, secondo me, che il sistema ha già fallito.

Se oggi vi trovaste nella necessità di prenotare un esame sanitario, probabilmente vi fisserebbero l’appuntamento l’anno prossimo, o comunque dopo molti mesi. Nel frattempo le eventuali malattie peggiorano, la salute della gente peggiora, e senza salute viene compromessa anche l’economia.

In linea generale, se per risolvere un problema si adottano certe soluzioni, ma il problema non si risolve, è CERTO che la soluzione non è lì dove si è intervenuto.

La definizione di intelligenza è la capacità di percepire, porre e risolvere problemi. Se il problema non viene risolto, è SICURO che non ne avete percepita l’esatta causa, e/o che non avete posto il problema nei giusti termini, e/o che la soluzione adottata non è quella appropriata.

Disponendo limitazioni alla libertà, alle attività economiche e al Sistema Educativo, il risultato sarà un indebolimento della Nazione, e, se il Paese sarà più debole, come potremo creare un Sistema Sanitario all’altezza? E senza una Sanità adeguata, come può esserci un’Economia Nazionale adeguata al Paese? E CHI può avere interesse a indebolire un Paese e il suo Popolo?

Se adotti una certa soluzione per risolvere un problema, e il problema non si risolve, allora il problema non è quello. Da un anno le Autorità e il Governo hanno adottato le ben note misure di contenimento dei contagi, ma eccoci ancora qui, con gli stessi problemi. Quindi, cari signori, il problema non è lì.

Beh, ma adesso abbiamo i vaccini, la soluzione è questa, dicono. Allora non ci siamo capiti. I vaccini non risolveranno MAI il problema demografico. La gente invecchia, e ha bisogno di maggiore assistenza sanitaria, vaccini o non vaccini, virus o non virus.
Volete sviluppare dei vaccini? Volete vaccinare tutta la popolazione? Va benissimo, naturalmente a patto che tali vaccini siano sicuri e testati a lungo, al fine di comprovarne l’efficacia e la sicurezza.

Ma se pensate di risolvere l’ingorgo di pazienti nelle strutture sanitarie vi sbagliate di grosso! La gente continuerà a invecchiare, e statisticamente gli anziani saranno sempre i più assidui frequentatori del SSN.

Se arrivasse un’altra emergenza sanitaria, di altra natura? Con i soli vaccini che vengono sviluppati per prevenire il Covid-19, in nostro SSN rimarrebbe comunque scoperto, come le nostre terga.

Perciò serviranno in ogni caso strutture sanitarie, medici, ambulatori, una rete capillare di assistenza sanitaria sul territorio, il tutto molto meglio dimensionato rispetto a quello che abbiamo oggi. E serviranno vagonate di soldi per finanziare il tutto! Ma se le Autorità insistono a fare danni all’economia nazionale, con le ben note tragiche misure di contenimento, allora la rotta intrapresa dalla Nave Italia è diretta contro la scogliera.

Si dirà che lo stato attuale della congiuntura, dell’economia e delle risorse del Paese non consentono di investire maggiori denari nella Sanità, perché costerebbe troppo, e non ce lo possiamo permettere.

Fuochino, ci stiamo avvicinando al vero problema.

Se è così, e certamente è così, è chiaro che cosa serva: un Nuovo Sistema Economico, Monetario e Fiscale.
Con l’aggiunta magari anche di un Nuovo Sistema di Giustizia, perché se ancora oggi vengono consentite certe aberrazioni economiche, politiche e sociali, allora anche la Giustizia ha bisogno di interventi.

Chissà se qualcuno ci sta pensando…



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