LA TRAPPOLA DELLA GIUSTIFICAZIONE

Il meccanismo mentale e sociale della giustificazione consente a chiunque di mettersi dalla parte delle ragione, e nel torto gli altri, anche commettendo le peggiori nefandezze.


Ragione e torto formano una dicotomia: chi ha ragione sopravvive, mentre chi ha torto soccombe.


Chiunque vuole sopravvivere, perciò bisogna avere ragione.


La legge vigente in uno Stato, in un determinato momento, dovrebbe servire per stabilire con adeguata esattezza quali siano i comportamenti ritenuti giusti in una società, codificando con criteri razionali i comportamenti meritevoli di accordo, a vantaggio della popolazione. La legge e il diritto sono questioni complesse, ma sono in ogni caso un tentativo posto in atto dall’Uomo di stabilire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, al fine di condurre un’esistenza tesa alla maggiore e migliore sopravvivenza possibile.


Confondendo il rispetto della legge vigente con il fatto di trovarsi dalla parte della ragione, ci si trova di fronte a un sillogismo subdolo, che si basa a volte su un dato falso, dato che non è detto che una legge sia automaticamente giusta: una cosa è la legge, un’altra è la Giustizia: non sempre coincidono. Inoltre esiste anche il problema dell’interpretazione della legge, e anche quello della sua applicazione, che si scontrano con il meccanismo della giustificazione, nella forma del seguente sillogismo diabolico:


1. se si ritiene che l’Autorità sia nel giusto, è altrettanto vero che la legge emanata dall’Autorità sia altrettanto giusta e sia anche dalla parte della ragione.


2. Rispettando la legge si ha ragione, si è nel giusto, perciò si può conseguire la migliore sopravvivenza.


3. Chi non rispetta la legge ha torto, sbaglia, e questo significa non sopravvivenza. Quindi chi ha torto è un pericolo, e bisogna starne lontano, possibilmente separandosi da esso.


IL RISULTATO È LA DISCRIMINAZIONE


Il risultato è la discriminazione, che etimologicamente significa “separare”. E, come disse Primo Levi, alla fine di questo c’è il lager.


La discriminazione viola i Diritti Umani, e a tutti gli effetti pone in atto, in maggiore o minore misura, un crimine.


Tuttavia la discriminazione, nascosta dalle giustificazioni, diventa agli occhi delle persone perfettamente legittima. Qualunque orrore diventa così possibile, ma in quel momento storico potrebbe non essere visto in quanto tale, proprio per il fatto che il pensiero giustificativo pone dalla parte della ragione chi si macchiasse di tali violazioni dei Diritti Umani.


ALCUNE GIUSTIFICAZIONI FAMOSE


- Lo si fa per il tuo bene.

- Io credo nella scienza.

- Se lo dice la scienza, è vero.

- La legge è legge.

- Lo dice la legge.

- Queste sono le regole.

- Mi è stato ordinato così.

- Non sono/sei pagato per pensare.

- Non ne so/sapevo abbastanza.

- Non l’ho fatto apposta.

- Le mie intenzioni erano buone.

- Per quanto ne sapevo, sembrava una buona cosa.

- Tutti dicono/fanno così.

- Mi avevano detto di fare così.

- L’hanno detto in TV.

- È scritto sui giornali.

- È colpa sua.

- Se l’è meritato.

- Lui aveva bisogno di una lezione.

- Avrà comunque un’altra possibilità.

- Lui si deve arrangiare.

- Ci dovevi pensare prima.

- È gente pericolosa.

- Loro non sono come noi.

- Loro sono un pericolo.

- Io non sono come loro.

- Non dipende da me.

- Non è mia responsabilità.

- Lo Stato e la collettività sono più importanti dell’individuo.

- L’individuo è più importante dello Stato e della collettività.


INSISTERE NELL’ERRORE È DIABOLICO


La giustificazione tende a mettere le persone dalla parte della ragione. Chi ha sbagliato, ha comunque ragione, perché < GIUSTIFICAZIONE >.


Perciò il calcolo reattivo e aberrato, che avviene sotto il livello di coscienza delle persone, è che commettere l’errore è stato comunque giusto, dato che < GIUSTIFICAZIONE >.


«Succede così: si compie un’azione sbagliata, accidentalmente o per una svista. La scorrettezza dell’azione o dell’inazione entra quindi in conflitto con la propria necessità di essere nel giusto. Di conseguenza può succedere che la persona continui a ripetere l’azione sbagliata al fine di provare che è giusta.


Questo è uno dei fondamenti dell’aberrazione. Tutte le azioni sbagliate sono il risultato di un errore, seguito dall’insistenza sul fatto che si era nel giusto. Invece di correggere l’errore (che implicherebbe l’avere torto) si insiste nell’affermare che l’errore era in realtà un’azione giusta, e così lo si ripete.


Più un essere scende la china, più gli risulta difficile ammettere di aver avuto torto. Non solo, ma un’ammissione del genere potrebbe benissimo risultare disastrosa per quel che resta della sua capacità o sanità mentale». (1)


RESPONSABILITÀ


La soluzione al declino sociale, morale ed etico degli individui, caduti nella trappola della giustificazione, passa dal valutare gli atti compiuti in funzione della loro correttezza, o meno, ma osservando il tutto senza il filtro delle giustificazioni.


Inoltre bisognerebbe prendere atto della responsabilità riguardante le conseguenze degli atti compiuti, anche in questo caso senza nascondersi dietro alcuna giustificazione.


CONCLUSIONI


Legge, Giustizia e rispetto dei Diritti Umani non è detto che coincidano.


Anche la persona motivata dalle migliori intenzioni potrebbe sbagliare, anche clamorosamente, ma, a causa del pensiero giustificativo, lei potrebbe comunque mettersi dalla parte della ragione, giustificando il fatto compiuto.


Il sillogismo diabolico di cui sopra si fonda su un meccanismo mentale di natura reattiva, non razionale, che ha potere di comando su ogni persona. Se tale meccanismo non viene disinnescato, gli errori, gli orrori e i disastri nella Storia si ripeteranno sempre.


La prima cosa da fare, per evitare di subire il meccanismo della giustificazione, è quello di studiare e comprendere questi fenomeni, che riguardano essenzialmente la mente umana. Il fatto di conoscere tale meccanismo, se non è sufficiente ad eliminarlo alla radice, è comunque in grado di limitarne gli effetti dannosi.


Esistono in ogni caso opportuni procedimenti, che si rivolgono alla persona, in grado di sradicare i meccanismi mentali diabolici che affliggono l’umanità.


Nota: le informazioni presenti in questo post sono basate sui lavori di L. Ron Hubbard.

(1) Citazione tratta dal libro "Introduzione all'Etica di Scientology", capitolo "Puoi Aver Ragione".

Commenti

Post popolari in questo blog

DATI ISTAT SUI DECESSI, AGGIORNATI A OTTOBRE 2021

DATI ISTAT SUI DECESSI, AGGIORNATI A DICEMBRE 2022

DECESSI 2020 E PANDEMIA, SISTEMA SANITARIO E DEMOGRAFIA