DATI ISTAT SUI DECESSI, AGGIORNATI A OTTOBRE 2022

ISTAT in data 29 dicembre 2022 ha pubblicato i dati dei decessi avvenuti in Italia per tutte le cause di morte.


In Figura 1 si possono esaminare i dati dei decessi aggiornati e confrontati con gli anni precedenti, fino al 2011.


Per gli anni dal 2011 al 2022 i dati esaminati sono unicamente quelli dei mesi da gennaio a ottobre, quindi escludendo novembre e dicembre di tutti gli anni, per il motivo che, appunto, ISTAT ha pubblicato per il 2022 solo i dati fino a ottobre.


Le colonne dal titolo «Differenza [anno] – [anno – n]» riportano con lo sfondo verde i dati in diminuzione, mentre lo sfondo rosso indica i decessi in aumento.


CONSIDERAZIONI SUI DATI


Come si può notare, periodicamente ci sono state una sfilza continua di numeri con sfondo rosso, ad indicare che in quell’anno sono avvenuti picchi di epidemie di qualche genere. Per esempio, nel 2015 ci fu un’epidemia influenzale particolarmente pesante, e notiamo la sfilza di celle rosse, evidenziate nella colonna «Differenza 2015 – 2014». In quell’anno infausto ci furono 48.592 decessi in più rispetto all’anno precedente.


Per un confronto diretto, possiamo vedere le conseguenze della pandemia avvenuta nel 2020, che, come ben sappiamo, ha causato una strage, e, numeri e Figura 1 alla mano, i decessi ammontano a 54.425 in più rispetto al 2019, evidenziati nella colonna «Differenza 2020 – 2019». Già. Eh, già, io penso qualcosa, ma sono i numeri a parlare, giacché le mie personali opinioni possono lasciare il tempo che trovano: ma i numeri no, quelli non lasciano nessun tempo, e ci suggeriscono chiaramente cosa dovremmo pensare e considerare.


Comunque, noi sappiamo che nel 2021 iniziò una fortissima campagna vaccinale, e che i prodotti usati ci fu detto che avrebbero combattuto molto efficacemente il contagio. Ebbene, guardiamo la colonna «Differenza 2021 – 2020»: c’è una lista lunga così di caselle rosse, ma, questa volta, i numeri si riferiscono a classi di età prevalentemente giovani, dai cinque anni in su. Decine, centinaia e anche migliaia. Eppure, nel 2021 c’erano già numeri molto importanti relativi alle vaccinazioni effettuate. Eppure, dati sanitari alla mano, sappiamo ormai che il detto contagio colpiva molto poco con esiti fatali i giovani. Quindi, cosa diavolo è successo nel 2021?


Per ulteriore analisi, ho confrontato i dati del 2021 con quelli del 2019, ante pandemia: i risultati li vediamo nella colonna «Differenza 2021 – 2019». Ebbene, già a occhio sembra la fotocopia della colonna «Differenza 2020 – 2019», dato che i decessi in più sono 50.708. Tuttavia le celle rosse relative alle classi di età giovani mi fanno pensare: sono di più di quelle del 2020, quando ancora non c’era alcun vaccino somministrato alla popolazione. Cosa ci dobbiamo domandare?


Proseguendo, ho esaminato i dati del 2022, e li ho confrontati con quelli del 2021, 2020 e 2019 ante pandemia. Rispetto al 2019, nel 2022 ci sono stati 46.145 decessi in più. Ma nel 2022 quante dosi di vaccino sono state somministrate alla popolazione? Quindi, numeri e Figura 1 alla mano, e guardandoci nelle palle degli occhi, cosa ci dobbiamo domandare?


CONCLUSIONE


I numeri esaminati sono questi, e la fonte, ISTAT, non lascia alcun margine a eventuali dubbi. Tuttavia i dati sanitari dicono che in Italia, alla fine di dicembre 2022, sono avvenuti 184mila e rotti decessi riferibili a Covid-19. Disgraziatamente questi 184mila nei dati ISTAT non si trovano, non ci sono, non esistono.


Ci sono però altri numeri nel 2021 e nel 2022, relativi a classi di età giovani, che, dati sanitari alla mano, non avrebbero avuto particolari difficoltà ad affrontare con successo il contagio, ma in Figura 1 sono evidenziati in rosso, ovvero riguardano decessi avvenuti. Come mai? Perché?


Inoltre, sempre nel 2021 e 2022, ci sono numeri evidenziati in rosso per le classi di età dai 55 anni in su, e sono numeri che, in confronto al 2019, anno prima della pandemia, indicano un consistente eccesso di mortalità, nonostante le campagne vaccinali ormai in corso. Quindi, cosa dobbiamo pensare? Cosa ci dobbiamo domandare?


Volete che vi dica come la penso? Preferisco di no, anche se si potrebbe intuire da queste misere righe.


Tuttavia, credo che ognuno di noi potrebbe riconoscere un bidone, già solo osservando i risultati che produce.


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