LE PREVISIONI DEL GOVERNO

Riassunto: il governo italiano ha orientato la sua linea di governo con idee vecchie, che non sono supportate dai dati demografici. Le previsioni del governo, riguardanti crescita economica e bilancio dello stato, non potranno così realizzarsi. Certe cose è meglio saperle prima.


In Figura 1 vediamo l’andamento del PIL dell’Italia dal 1995 al 2021. Come si vede, anche a occhio, che solo un cieco non lo vedrebbe, negli ultimi vent’anni circa il Prodotto Interno Lordo italiano non è cresciuto, anzi: la tendenza è in diminuzione.



In Figura 2 vediamo invece le previsioni del governo di come andrà il PIL dal 2021 al 2025, previsioni che sono indicate nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2022. Come si vede, il governo prevede che il PIL crescerà del 20% in cinque anni, ovvero il 4% all’anno.



Dobbiamo domandarci: sono credibili le previsioni del governo? Come mai negli ultimi vent’anni il PIL italiano non è cresciuto, ed è persino diminuito? Per rispondere a questa domanda, esaminiamo la seguente Figura 3, che rappresenta la popolazione italiana: la linea gialla rappresenta la gente in età di lavoro, da 21 a 65 anni. La linea verde rappresenta la gente in età di pensione, e quella rossa rappresenta i giovani fino a vent’anni.



Come si nota, la struttura demografica della popolazione italiana non è uniforme: le persone in età da lavoro, aventi età da 21 a 65 anni circa, sono in forte diminuzione, così come i giovani da 0 a 20 anni; le persone in età di pensione sono invece in forte aumento. Questo cosa significa? Significa che la demografia ha un forte impatto sull’economia, Infatti, se manca gente, chi crea il PIL? Lo creeranno i pensionati? Oppure lo faranno gli studenti?


Negli ultimi vent’anni la popolazione in età di lavoro è diminuita, e il PIL non è aumentato, anzi: un po’ è anche sceso. In teoria, stante l’andamento demografico, il PIL avrebbe dovuto calare parecchio, ma le innovazioni tecnologiche hanno consentito un miglioramento della produttività, il che ha permesso di contenere la discesa del PIL. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che dal 2014 nel calcolo del PIL italiano rientrano anche le stime delle attività illegali, stime che sono quantificate in più del 10% del PIL medesimo. In altre parole, il PIL effettivo è diminuito sensibilmente negli ultimi vent’anni, ma attraverso il gioco di prestigio di conteggiare anche le attività illecite, il PIL è stato fatto crescere forzatamente, conteggiando in esso anche le truffe. A mio modo di vedere, se si inserisce una truffa in un’equazione, tutta l’equazione viene corrotta. Sta di fatto che noi, esaminando i dati, possiamo svelare l’arcano. E i dati demografici rappresentati nella Figura 3 dicono e svelano molto.


In Figura 3 si nota anche la struttura demografica che ci sarà fino al 2025, e questo ha una grande attinenza con le previsioni del governo registrate nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2022, acronimo NADEF. Ebbene, il governo prevede che il PIL in cinque anni aumenterà del 20% circa, ovvero il 4% annuo. Considerando la struttura demografica, con persone in età di lavoro in calo e pensionati in aumento, e considerando anche tutto il resto, tra cui inflazione, gas e guerra in Ucraina, direi che il governo le sta sparando grosse.


Purtroppo le previsioni fantasiose e irreali del governo sono in fortissimo contrasto col fatto che nessuno abbia obiettato a tali previsioni usando i dati demografici, che sono quanto di più esatto possa esistere per intavolare considerazioni in campo economico. Chiunque potrebbe facilmente prevedere il fallimento di un teatro frequentato da troppo pochi spettatori. Così come chiunque potrebbe prevedere un disastro economico per uno stato privo di un adeguato numero di persone che si diano da fare.


Chiunque potrebbe fare questi ragionamenti, ma, a quanto pare, nessuno in Italia argomenta che ci stiamo dirigendo verso il disastro: nessuno guarda, ma tutti ascoltano le parole che rassicurano che le cose andranno bene. No, cari signori, no: le cose stanno andando malissimo, basta guardare i dati per capirlo.


Tuttavia siamo ancora in tempo per renderci conto che stiamo usando strumenti economici che non funzionano più. Siamo nell’era delle macchine automatiche e dell’intelligenza artificiale, ma gli strumenti economici che stiamo ancora usando sono basati sul concetto di “piena occupazione”.


Ebbene, sapete dove potete mettervi la “piena occupazione”? Esatto, proprio là. Tuttavia anche i sindacati continuano a insistere su questi concetti vecchi e stantii, senza accorgersi che siamo di fronte a un cambiamento epocale: sono ormai giunti i tempi in cui tutti i modelli economici hanno mostrato il fianco, per cui occorrono nuove idee, nuovi modelli economici.


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