UN'ANALISI SUI DOCUMENTI DI ECONOMIA E FINANZA DEGLI ULTIMI DIECI ANNI

In questo post ho voluto analizzare il recente DEF 2023, ovvero il Documento di Economia e Finanza, e anche i vari NADEF degli anni dal 2013 al 2022, ovvero le Note di Aggiornamento ai vari DEF.


Proprio l’altro giorno la Corte dei Conti ha fatto sapere che il DEF è equilibrato, le stime sono rassicuranti. Purtroppo io non sono di questo parere.


Come sappiamo, il DEF rappresenta il principale strumento della programmazione economico-finanziaria in Italia, quindi tutti ci aspettiamo che i conti siano giusti. Non dico che si debba quadrare alla lira, come si diceva e si faceva ai miei tempi, ma almeno che non ci siano errori, sviste o stime completamente fuori bersaglio.


Tuttavia, dato che è da decenni che sento dire che i conti dello stato sono in ordine, ma noto purtroppo che i conti peggiorano sempre di più, insieme alla situazione economica, e non solo, ecco che ho voluto io fare quattro conti, per, come si dice, “fare le pulci” ai ragionieri dello Stato.


Il risultato lo si vede nell’immagine che allego: in circa dieci anni i nostri governanti hanno sbagliato i conti in questa misura:



- per quanto riguarda il PIL, ovvero il Prodotto Interno Lordo, l’errore ammonta a 302 miliardi di euro in meno. In pratica, le misure di politica economica adottate hanno creato un buco di 302 miliardi di euro di PIL rispetto a quanto stimato, previsto e programmato.


- per quanto riguarda il debito pubblico, il buco ammonta a 1.282,22 miliardi di euro, milleduecentoottantadue miliardi di euro e ventidue centesimi di debiti aggiuntivi rispetto a quanto stimato e programmato nei DEF. In pratica, i ragionieri dello Stato e del governo hanno stimato di far debiti per un tot, e invece la stima l’hanno sbagliata per “soli” milleduecento miliardi di euro in più, in soli dieci anni per giunta.


Fossi io il capo, li licenzierei tutti.


NOTA METODOLOGICA


Il sistema che ho usato per i miei calcoli è quello di confrontare le stime dei vari NADEF relativamente agli anni considerati, facendo la differenza tra le cifre dei NADEF più recenti e quelli più remoti. I numeri che ho analizzato si riferiscono al quadro programmatico, ovvero al risultato che è stato pianificato dal governo, e che verrà ottenuto con le misure di politica economica decise dal governo.


Ogni DEF e ogni NADEF fa una stima e una programmazione per alcuni anni. Per esempio, il DEF 2016 include i dati degli anni pregressi 2014 e 2015, e fa una previsione per gli anni successivi, dal 2016 (anno ancora in corso al momento della redazione del documento) al 2019. Poi, negli anni successivi, i DEF riprendono le cifre relative agli anni stimati in precedenza, e apportano le nuove cifre, sulla base dei dati effettivamente ottenuti. Eventuali differenze nei numeri dimostrano errori nelle misure di programmazione economica adottate.


Facendo un esempio banalissimo, se nel DEF 2016 fu previsto di ottenere nel 2019 un PIL di 100 lire, ma nel 2019 tale PIL si è rivelato essere invece di 90, è evidente che le politiche economiche poste in atto non furono di successo.


Stesso discorso per il debito pubblico: se il governo stimasse in un DEF di indebitarsi per 100, ma i dati dei DEF successivi dimostrassero che il debito effettivo sia stato di 200, sarebbe molto facile arguire che le politiche economiche adottate sarebbero equiparabili a quelle della Banda Bassotti.


NOTA SU INFLAZIONE, PIL E DEBITI


Ci sono delle voci in giro che dicono che i debiti vengono decurtati automaticamente dall’inflazione. Come sappiamo, oggi l’inflazione è piuttosto alta, per cui se supponessimo di avere un debito di 100, e nel contempo l’inflazione fosse del 10%, in un anno il debito si ridurrebbe a 90, cioè il 10% in meno di quanto fosse un anno prima. Siete tutti d’accordo che sia così? Io no.


Infatti, non è così che funziona. I debiti non vengono attualizzati. Ovvero, un debito assunto per 100 miliardi rimane di 100 miliardi dopo un anno, pur se nel frattempo l’inflazione fosse stata del 10%.


La riduzione dei debiti a causa dell’inflazione avviene per via indiretta, grazie al fatto che i prezzi salgono, e quindi anche i fatturati, e di conseguenza sale anche il PIL. Per esempio, supponiamo di avere un debito di 100 miliardi, e un PIL di altrettanti 100 miliardi. Avremmo perciò un rapporto debito / PIL del 100%. Inoltre supponiamo che in quell’anno abbiamo avuto un’inflazione del 10%. A seguito dell’aumento dei prezzi, causato dall’inflazione, è evidente che anche i fatturati saliranno, e, per semplicità di calcolo, supponiamo che i fatturati saliranno anch’essi del 10%; perciò anche il PIL salirà del 10%, arrivando così a 110 miliardi. Ma il debito rimane a 100 miliardi: certo, avremo pagato degli interessi, ma il debito è sempre quello, non viene attualizzato, ovvero nessuno ci dirà che quei 100 miliardi di debito dovranno essere aumentati, a causa dell’inflazione.


Così, nel nostro esempio, ora abbiamo 110 miliardi di PIL, e sempre 100 miliardi di debito. Perciò il rapporto debiti / PIL sarà di circa il 90%, anziché del 100%. Quindi i debiti sono apparentemente diminuiti, ma solo perché è il PIL che è aumentato, grazie all’inflazione.


Questa nota è doverosa, in relazione ai dati che rileviamo dai DEF degli ultimi dieci anni. Infatti, non solo il PIL non è aumentato rispetto a quanto previsto dal governo, ma è addirittura diminuito di ben 302 miliardi di euro. Inoltre i debiti sono aumentati di oltre 1.200 miliardi di euro rispetto a quanto programmato dal governo. È lapalissiano che in tale situazione non solo il PIL non aiuta a ridurre in termini reali il debito pubblico, ma addirittura il rapporto debiti / PIL peggiora.


CONCLUSIONI


In dieci anni circa, dal 2013 al 2023, le politiche economiche adottate dai vari governi italiani hanno prodotto risultati molto diversi rispetto a quanto stimato, programmato e posto in atto: 302 miliardi di euro in meno, e 1.282,22 miliardi di euro di debito in più.


Tutti i vari DEF e NADEF redatti in questi anni hanno avuto l’approvazione delle autorità, sia italiane che europee.


Oltre al mio pensiero personale, che se fossi io il padrone del vapore darei a tutta questa gente il benservito, non posso fare a meno di considerare che il disastro rappresentato da questi numeri non può essere dovuto solo al fatto di gravi errori nelle stime, nella programmazione e nella fallacia delle misure di politica economica adottate, bensì, vista l’entità delle cifre in gioco, ci deve essere per forza qualche altro fattore economico che, non essendo stato considerato adeguatamente, produce nei fatti risultati completamente inattesi. Il fatto di non aver colto questa discrepanza, e non essersi domandati come mai, non depone certo a favore delle autorità e dell’intera classe politica e decisionale italiana.


Per non parlare di quella europea: costoro, possibile che non si siano accorti che qualcosa non quadrava? Ma, a pensar male, credo che i nostri “amici” dell’unione Europea se ne siano accorti benissimo di quanto stava, e sta accadendo: quando un Paese va in difficoltà, è molto più facile depredarlo. Oltretutto l’Italia è un Paese molto ricco, un boccone molto ghiotto, e penso che sia grazie alla ricchezza dell’Italia che sia possibile mantenere la baracca dell’unione Europea.


I Documenti di Economia e Finanza degli ultimi dieci anni dimostrano che siamo stati governati in modo indegno, come l’Italia non merita. E, purtroppo, lo siamo ancora.


Allego il link al file pdf, dato che l'immagine è piuttosto grande e di non facile lettura. Il pdf si legge meglio, e contiene anche le pagine dei vari DEF / NADEF analizzati:

https://drive.google.com/file/d/1a-bmMAGF2kxZ2IsR2A9u_0oVsL4SHdNb/view?usp=share_link


Allego anche il foglio elettronico, in cui ci sono tutti i calcoli che ho fatto:

https://drive.google.com/file/d/1-qEJ7Q_LDRfendKUSK1Yl_tPODAHinnm/view?usp=share_link










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